Quando i sondaggi diventano entertainment
Qualche riflessione sull’uso dei sondaggi nelle ultime elezioni europee.
Le ultime elezioni europee si sono contraddistinte per i risultati inattesi, con il netto vantaggio del PD e il significativo stacco dal Movimento 5 Stelle, ma anche per la rinnovata polemica sulla attendibilità dei sondaggi politici nel periodo pre-elettorale.La sempre maggiore “fluidità” dell’elettorato, un’offerta politica in continuo cambiamento, la comparsa di nuovi e importanti attori, il grado di sincerità e disponibilità dei rispondenti, gli alti tassi di astensionismo, sono solo alcuni dei fattori che hanno caratterizzato le ultime consultazioni e che hanno reso complessa la previsione del comportamento elettorale.Ma aldilà degli aspetti più tecnici sui quali si interrogano gli addetti ai lavori, come nel recente convegno organizzato da ASSIRM, ci sembra che la riflessione debba riguardare l’uso che viene fatto di questi sondaggi politici. Come cioè l’attenzione si sposti inevitabilmente dal “cosa sta succedendo concretamente nella realtà” a “quanto la previsione si sia esattamente avvicinata alla realtà”. Insomma, per dirla con la metafora del saggio che indica la luna, tendiamo a fissare più il dito che il nostro affascinante satellite!A ogni nuova consultazione elettorale assistiamo infatti a una crescente spettacolarizzazione del sondaggio politico che viene troppo spesso presentato come un oracolo infallibile e raramente come uno strumento di indagine che fa chiarezza su un fenomeno complesso e cangiante, quale è il comportamento elettorale.Noi non realizziamo indagini politiche ma il dibattito ci coinvolge. Ci piacerebbe che malgrado i ritmi serrati dell’informazione si rispettasse la complessità di questo appassionante lavoro. Non cerchiamo la semplificazione a tutti i costi, proviamo invece a far comprendere al vasto pubblico che la disciplina statistica, seppure correttamente utilizzata, prevede anche un margine di errore. Facciamo cultura, promuovendo un uso “intelligente” dei sondaggi: chiediamo ai sondaggi un contributo alla comprensione della realtà non che divengano la realtà stessa.