BENESSERE IN EUROPA: QUANDO IL PIL NON BASTA PIÙ
Via libera della commissione europea al nuovo indice sulla qualità della vita nelle città.
Complice la grave crisi economica, negli ultimi anni il dibattito intorno al PIL si è fatto sempre più acceso: può il prodotto interno lordo rispecchiare realmente il grado di prosperità di una comunità? Oggi questi dubbi sembrano trovare una risposta concreta, traducendosi finalmente in una promessa istituzionale.
Walter Deffaa, responsabile delle politiche regionali e urbane della Commissione Europea, ha infatti annunciato il proprio favore verso l’utilizzo del Social Progress Index (SPI), un innovativo strumento che potrà affiancare il più tradizionale PIL nella misurazione del benessere dei cittadini europei.
Per ora è solamente una dichiarazione d’intenti che tuttavia, nel prossimo futuro, potrà trasformarsi in un vero proprio sistema di analisi in cui si incroceranno 52 diversi fattori non solo di natura economico-finanziaria ma anche e soprattutto di carattere politico-sociale. Nella valutazione sulla qualità della vita di una città o di una regione peseranno così ad esempio attività legate alla tutela ambientale, alla crescita culturale, all'inclusione delle fasce più deboli, allo sviluppo di smart community.
Uno strumento che appare ancora più utile se si considera che le politiche regionali UE possono contare su un fondo di ben 63 miliardi di euro da destinare alle future iniziative di innovazione e sostenibilità sociale. Lo SPI potrebbe contribuire alla buona ripartizione di questa ingente risorsa, premiando i progetti più ambiziosi e le zone più virtuose d’Europa.