SMART CITIES, UNA VIA TUTTA ITALIANA
Come favorire le intelligenze locali e allontanare i rischi di un benessere omologato
Smart Cities è una voce che da qualche anno sta occupando le agende amministrative delle più importanti città del pianeta. La discussione, dedicata a prospettare nuovi scenari di sviluppo urbano, ha negli ultimi anni raggiunto interessanti livelli. Anche nel nostro Paese il dibattito appare, almeno sul piano teorico, piuttosto evoluto, dando vita ad una specificità tutta italiana.
L’orientamento condiviso sembra infatti quello di superare i protocolli standard, appositamente pensati per le grandi aree metropolitane europee, e promuovere un approccio teso a valorizzare le differenti identità locali.
 Le peculiarità del paesaggio, le ricchezze artistiche e culturali e altri aspetti che danno un carattere di unicità e autenticità ai nostri territori, dovranno essere i punti di partenza su cui innestare i valori più «smart», tra cui l’accessibilità, la connettività, la sostenibilità ambientale.
 E’ in questa prospettiva che il concetto di smart cities si intreccia con quello di ‘’genius loci’’: ogni luogo è qualcosa di singolare, irripetibile e caratterizzato da un proprio “spiritoâ€, ovvero da un bagaglio di esperienza e sapere comuni, accumulati nel tempo. Un capitale umano, sociale e intellettuale che, incontrando la tecnologia, chiede di essere espresso nel modo più intelligente possibile, ovvero all’esclusivo servizio del benessere individuale e collettivo.